La polpa di cellulosa è uno dei materiali maggiormente apprezzati da chi decide di avere una politica ecosostenibile. Utilizzata per la produzione di stoviglie e packaging, risulta quasi sempre il prodotto vincente quando si presta attenzione alle prestazioni del proprio imballo.
Ma di cosa si tratta in parole povere?
La polpa di cellulosa, detta anche bagassa, proviene esclusivamente dalla recisione, estrazione e la spremitura della canna da zucchero.
Una pianta tropicale perenne che cresce in totale autonomia e che, a differenza della canna di bambù, ha una struttura ricca di succo. Viene raccolta quando raggiungere i 4 o 5 metri di altezza, recisa alla base, lasciando intatta la radice per favorire la ricrescita naturale. Il tutto per ottenere l’abbondante succo di cui è composta, fonte di produzione dello zucchero.
Dopo un processo di pulizia, viene spremuta per poter ricavare il saccarosio presente. A questo punto si sarà prodotto uno scarto fibroso che costituisce il 25-30% della canna e produrrà la nostra tanto amata polpa di cellulosa.
Attraverso gli stampi sarà possibile creare piatti, basi per contenitori e coperchi 100% bio con ottima resistenza ai grassi, agli unti, alle alte temperature ma anche con un’ottima resistenza al peso.
Caratteristiche di packaging e stoviglie in polpa di cellulosa
Sono diversi i punti di forza di piatti, bicchieri e contenitori in bagassa. Basti pensare che, oltre ad essere resistente agli unti e ai grassi, la polpa di cellulosa può essere utilizzata anche in microonde per riscaldare le pietanze. Aggiungiamo poi che ha un’ottima capacità di portata, permettendo di trasportare un intero secondo con contorno o un piatto unico con estrema sicurezza.
Altro punto di forza delle stoviglie in polpa, è l’impatto estetico che ha su chi lo utilizza. Il suo colore naturale è tendente all’ecrù, un colore omogeneo e neutro che comunica in maniera perfetta la provenienza naturale del suo materiale.
Attenzione: L’unico altro colore in cui è possibile trovare stoviglie e piatti che rimangono compostabili è il bianco, una colorazione che nasce dal processo di sbiancamento della materia prima; tutte le altre tinte in commercio non possono essere considerate “compostabili” ad oggi, perché rilasciano agenti chimici che provengono dai colori utilizzati!
Un prodotto ideale sia per il servizio al tavolo, che il servizio delivery e asporto che rende la preparazione, la consegna, lo smaltimento e il servizio, rapido, sicuro ed ecosostenibile.

Temperature di utilizzo della polpa di cellulosa
La possibilità di utilizzo con piatti caldi e freddi è dovuta al fatto che le stoviglie in polpa di cellulosa hanno un’ottima resa nei confronti delle temperature.
Oltre a poter essere utilizzate in microonde infatti, resistono dai -18°C ai +150°C, reagiscono al calore molto meglio di carta e plastica.
Dove buttare le stoviglie in polpa di cellulosa?
Essere attenti al corretto smaltimento dei rifiuti è di fondamentale importanza per riuscire a sfruttare al massimo le risorse (non infinite) che abbiamo a disposizione, ma soprattutto lo è per evitare di inquinare l’ambiente in maniera irreversibile.
Per questo gran parte dei contenitori in polpa sono studiati per informare l’utilizzatore finale relativamente al suo smaltimento. La dicitura “COMPOSTABILE”, sta ad indicare che il prodotto potrà essere smaltito direttamente nell’umido insieme agli scarti del cibo per la produzione di compost.
È insomma biodegradabile perché non rilascia nell’ambiente alcun residuo chimico, e compostabile perché questo processo avviene in poco più di 90 giorni in conformità alla normativa EN13432 che definisce la reazione del materiale negli impianti di compostaggio.
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